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GP GIAPPONE: IL RITORNO DI MAX VERSTAPEN

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 7 apr
  • Tempo di lettura: 3 min


Suzuka ha rivelato il volto che molti aspettavano da Max Verstappen: quello del dominatore. Dopo un inizio di stagione con qualche incertezza tecnica da parte della Red Bull-Honda, la qualifica giapponese aveva già lanciato segnali chiari. La gara li ha semplicemente confermati: Verstappen è tornato a comandare in modo assoluto, ma stavolta supportato da una RB21 solida, ben bilanciata e impeccabile nella gestione delle gomme. Nulla a che vedere con le esitazioni viste a Shanghai.


La Red Bull ha tenuto alle spalle per tutti i 53 giri le due McLaren, le auto che si erano spartite i successi di Melbourne e Shanghai. Un dominio che ha ricordato da vicino le annate 2022 e 2023. Così, dopo tre GP e la Sprint cinese, Verstappen ha già messo in cassaforte 61 punti — uno solo in meno di Lando Norris, e dodici in più del sempre più brillante Oscar Piastri.


Proprio Norris ha cercato in ogni modo di restare incollato all’olandese, ma senza mai riuscire ad avvicinarsi abbastanza per tentare un attacco col DRS. In un paio di occasioni è sceso sotto il secondo e mezzo, ma Max ha sempre riallungato nel giro seguente, ristabilendo il suo margine con chirurgica precisione.


Nel finale, Piastri è sembrato addirittura avere più ritmo del compagno e ha chiesto al suo ingegnere Tom Stallard di poter provare il sorpasso su Norris, nel tentativo di attaccare la Red Bull. Ma dalla squadra non è arrivata risposta. La McLaren ha scelto di non rischiare frizioni interne, mantenendo una posizione attendista — una tattica che ha fatto storcere il naso a molti. Il bottino di 33 punti però è solido: 111 totali e un +36 sulla Mercedes nella classifica costruttori.


Se la McLaren ha scelto la prudenza, la Ferrari non ha avuto alcuna opzione: semplicemente, non ne aveva. Il quarto posto in qualifica di Leclerc aveva acceso qualche speranza, ma il ritmo gara della SF-25 ha spento ogni entusiasmo. Il monegasco ha chiuso là dove era partito, quarto, ma a ben 16 secondi da Verstappen. Una distanza che pesa come un macigno e conferma che, almeno sui circuiti “veri” come Shanghai e Suzuka, la Rossa non riesce a tenere il passo.


Leclerc ha corso bene, la strategia era sensata, ma la macchina non ha risposto. E non è andata meglio a Lewis Hamilton, unico tra i top a partire con le hard. Una scelta che non ha pagato: settimo, a 29 secondi dal leader, in una gara anonima che rende quasi effimero il successo nella Sprint cinese.


La Mercedes, infatti, è apparsa spenta. George Russell, penalizzato da un errore in qualifica, non ha saputo raddrizzare la domenica. Partito quinto, è rimasto bloccato dietro a Leclerc per tutta la corsa. L’unico spiraglio di luce? Andrea Kimi Antonelli. Sesto al via e sesto al traguardo, il giovane italiano ha mostrato personalità e gestione gara da veterano, completando un altro weekend da protagonista. Ha persino guidato la gara per qualche giro grazie alla strategia di pit-stop, segnando il giro più veloce e arrivando vicinissimo a Russell. Tre gare, tre piazzamenti a punti, e quinto nella classifica iridata. Meglio di così, per un debuttante, era difficile immaginare.


A prendersi la scena anche Isack Hadjar. Dopo il testacoda nel giro di formazione a Melbourne e l’11° posto in Cina, il francese ha finalmente messo insieme un weekend solido: settimo in qualifica, ottava piazza finale, con un sorpasso da applausi su Carlos Sainz alla prima curva. Il confronto col nuovo compagno Liam Lawson, promosso in Red Bull, è impietoso.


Tra le sorprese positive, anche Alexander Albon: tre gare, tre arrivi a punti, con una Williams che sembra aver trovato una sua dignità competitiva. Il nono posto di Suzuka completa un inizio stagione eccellente per il pilota thailandese.


Un plauso anche a Oliver Bearman. Nonostante non sia un rookie assoluto — ha corso tre gare nel 2024 — il britannico ha fatto faville in Giappone. Decimo in qualifica e decimo in gara, ha spremuto il massimo da una Haas-Ferrari che invece non ha sorriso ad Esteban Ocon.


Capitolo dolente, invece, per Aston Martin. Alonso fuori dai punti, Stroll addirittura ultimo. Dopo un inizio incoraggiante, Suzuka ha riportato i verdoni alla dura realtà. Yuki Tsunoda, al debutto con la Red Bull ufficiale, ha chiuso 12°, senza mai entrare realmente in lotta per la top 10. Nulla di clamoroso, ma anche nessuna sorpresa.


E infine, la delusione più grande: Alpine. Tre gare, zero punti. Gasly e Doohan ci hanno provato, ma la macchina è lontana anni luce dalla zona che conta. Male anche la Sauber-Ferrari, incapace di graffiare.


La sensazione, dopo Suzuka, è che l’ordine delle forze stia iniziando a delinearsi con più chiarezza. Verstappen è tornato — e questa volta sembra più affamato che mai.




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