Al termine di una sfida lunga ben 7891 chilometri, di cui 4727 cronometrati, Carlos Sainz e Lucas Cruz hanno siglato la loro vittoria per la quarta volta nell'epopea della Dakar. Dopo i trionfi in Sud America nel 2010 e nel 2018, al volante rispettivamente della Volkswagen Tuareg e della Peugeot 3008, la coppia spagnola ha ripetuto l'impresa nel 2020, all'esordio del rally raid in Arabia Saudita, con la Mini X-Raid. Ora aggiungono un altro capitolo di gloria con i colori Audi, diventando il primo equipaggio a conquistare la Dakar a bordo di una vettura ibrida.
La vittoria di Sainz è stata il punto culminante dell'ultima danza della Casa di Ingolstadt sulle sabbie del rally raid più famoso del mondo. Conclusa la 46ª edizione della Dakar, Audi abbandonerà il programma in favore del ritorno in Formula 1 a partire dal 2026. Un'epilogo amaro, considerando che la RS Q e-tron ha finalmente raggiunto un livello di affidabilità al terzo tentativo, un aspetto che era mancato nelle edizioni precedenti. Con la trazione affidata ai motori elettrici, derivati da quelli utilizzati in Formula E, e un propulsore 2 litri ex DTM a fare da "range extender", il prototipo Audi rappresenta la perfetta sintesi dell'esperienza accumulata in questi anni di successi nel motorsport.
Ma il trionfo non è stato solo una questione di mezzi tecnici, la Dakar si vince anche con una squadra ben coordinata, e quest'anno il team Audi ha dimostrato un'eccellenza quasi perfetta. A partire dalla coppia Sainz-Cruz, che nonostante non abbia vinto neanche una tappa, ha fatto della costanza la sua arma principale. Con pochissimi errori e una guida impeccabile supportata da una navigazione precisa, il duo spagnolo ha conquistato la leadership dopo la temibile tappa Marathon e non l'ha più ceduta fino al traguardo di Yanbu sulle coste del Mar Rosso.
Mattias Ekström e Stéphane Peterhansel non sono stati semplici compagni di squadra per Sainz, ma veri e propri angeli custodi. Pur avendo conquistato diverse vittorie di tappa, entrambi hanno dovuto arrendersi a causa di problemi tecnici sulle loro Audi. Fuori dalla lotta per la vittoria assoluta, Ekström e Peterhansel hanno svolto il ruolo di gregari, supportando la marcia trionfale di Sainz. Il loro contributo è stato evidente nella decima tappa, quando hanno aiutato lo spagnolo vittima di una doppia foratura.
Il traguardo di Yanbu è stato teatro di festa anche per l'Overdrive Racing, un team privato che ha sconfitto il mastodontico Toyota Gazoo Racing. Nell'ultima tappa, Guillame De Mevius e il navigatore Xavier Panseri sono riusciti a resistere alla rimonta di Sebastien Loeb e a concludere al secondo posto assoluto. Il quarto posto di Guerlain Chicherit e Alex Winocq ha ulteriormente sottolineato l'efficienza e la professionalità con cui il team belga ha gestito i Toyota Hilux, pur con il rammarico per Yazeed Al Rajhi, costretto al ritiro dopo un rovesciamento durante la tappa Marathon.
La Dakar ha continuato a essere una prova insidiosa per Loeb. Navigato dal fido Fabian Lurquin, il nove volte campione del mondo WRC è stato l'unico a tenere testa a Sainz. Come nella passata edizione, Loeb ha vinto il maggior numero di tappe, ben cinque, inclusa l'ultima a Yanbu di 175 chilometri. Tuttavia, l'affidabilità del Prodrive Hunter è mancata nel momento decisivo, quando nella penultima tappa la sospensione anteriore destra ha ceduto. Il terzo posto finale è stato una delusione per il pilota francese.
Il cambio di team non ha portato fortuna a Nasser Al-Attiyah. Vincitore delle ultime due edizioni con il pick-up Toyota Hilux, il qatariota ha affrontato la Dakar 2024 con il buggy della Prodrive. Eccetto la vittoria nella quinta tappa, è stata una vera e propria disfatta. Colpito da diversi problemi tecnici, inclusa la rottura della sospensione, Al-Attiyah ha dovuto ritirarsi quando il propulsore del suo Hunter ha ceduto.
Il team ufficiale Toyota Gazoo Racing non ha avuto una performance migliore. Sconfitto da Audi e Prodrive e surclassato dall'Overdrive Racing, è uscito dalla Dakar 2024 nettamente ridimensionato. Nonostante l'Hilux sia stato il mezzo più affidabile tra le auto, come dimostrano i sei pick-up giunti tra i primi dieci, il sesto posto conquistato da Guy David Botteril ha lasciato l'amaro in bocca. Giniel De Villiers, Benediktas Vanagas e il sfortunato Lucas Moraes hanno seguito il loro compagno di squadra nella classifica finale.
Merita una menzione speciale Martin Prokop e Viktor Chytka, quinti assoluti con il Ford Raptor del team Orlean Jipocar. L'equipaggio ceco ha superato il team ufficiale Ford M-Sport, presente alla Dakar con gli esperti Nani Roma e Gareth Woolridge, in un ruolo esplorativo in preparazione della prossima stagione, quando farà il debutto il nuovo pick-up Raptor.
Chiude la top 10 Mathieu Serradori e Loic Minaudier. Nonostante il meno performante CR6-T a due ruote motrici, i francesi del team Century Racing Factory hanno lottato a lungo nelle posizioni di vertice della classifica assoluta. Dopo il quarto posto nella decima tappa, l'equipaggio tricolore composto da Eugenio Amos e Paolo Ceci ha chiuso la Dakar 2024 al trentunesimo posto assoluto con il Toyota Hilux dell'Overdrive Racing, dopo un incidente fortunatamente innocuo.
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